Un ospite particolare

Roberta aveva capito subito che quell’ospite sarebbe stato diverso. La prenotazione arrivava dalla Germania, firmata da un certo Hans Keller. Una settimana a Torino, zona Crocetta, con richieste essenziali: silenzio, luce naturale e una scrivania “con vista, se possibile”. Alla consegna delle chiavi, Roberta si trovò davanti un uomo alto, cappotto di lana e taccuino in mano. Parlava un italiano gentile e un po’ antico. «Sono qui per scrivere. Torino mi chiama da anni.»

Torino, città-musa

Hans si era innamorato della città leggendo Pavese e Fruttero & Lucentini. Cercava un’atmosfera “fra l’elegante e il misterioso”, diceva. Ogni giorno usciva all’alba, camminava per ore tra i portici di Via Sacchi, il Valentino, poi risaliva verso San Salvario per pranzo. Roberta lo osservava da lontano, incuriosita. La sera, la luce della sua scrivania restava accesa fino a tardi. Scriveva, cancellava, riscriveva.

L’illuminazione… dalla finestra sbagliata

Al quarto giorno, una telefonata: «Roberta, scusi… ho cambiato stanza. Ho spostato la scrivania. Posso raccontarle perché?» Hans aveva scoperto che, girando leggermente il tavolo, la finestra inquadrava perfettamente un angolo della strada dove ogni mattina passava lo stesso signore con un cane bassotto, sempre in ritardo. Un personaggio perfetto per la sua trama. «Lui sarà il mio testimone. Un detective mancato, forse un poeta. Ancora non so. Ma la sua camminata mi ha sbloccato.»

Il racconto prende vita

Alla fine del soggiorno, Hans lasciò un biglietto a Roberta: “Questo appartamento è entrato nella storia. Il personaggio principale vive qui, al terzo piano, affacciato su una Torino che non dorme mai davvero. Grazie per il silenzio, la moka e… il bassotto.” E allegò anche il titolo provvisorio del romanzo:  “Nebbie sottili – un giallo torinese”

L’host che ispira trame

Roberta ora racconta spesso quella settimana ai suoi nuovi ospiti. «Attenti alle finestre. A Torino, a volte, l’ispirazione passa in tram.»

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